Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Patrizia Stefanelli , vice presidente e direttore artistico dell'Associazione Culturale Teatarale Mimesis, propone autori contemporanei, articoli e argomentazioni su testi di prosa, poesia e teatro. Notizie sul Premio Nazionale Mimesis di poesia e sul Concorso Internazionale di poesia "Modernità in metrica".

27 Jul

Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri

Pubblicato da Patrizia Stefanelli

Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri
Armando Caramanica Editore

Armando Caramanica Editore

Prefazione di Patrizia Stefanelli

a Diario di bordo

 

 

 

Un titolo scelto con cura, evocativo degli eventi che il Poeta intende raccontare, dell’esperienza vissuta dal suo punto di vista e trascritta in appunti che si aprono a mille possibilità, attivate da un lettore il quale, in qualche modo, si è ritrovato nella sua stessa sorte. Il diario è fedele compagno, custode della riflessione che narra, attraverso processi cognitivi ed emotivi, il viaggio di una vita: veliero solido nel vento, in preda a improvvisa tempesta che ci sbatte come gusci da ogni parte.  Questi versi, che hanno subìto mareggiate, sono approdati a scogli e rigettati in mare dalle correnti, sono la cifra di Giovanni Aniello, il suo sigillo.

 E’ bello poter parlare con le parole del Poeta che ci porge la metafora dell’esistenza nella sicura solidità di un veliero che naviga mari aperti, nella bonaccia dei giorni fino all’imprevedibile evento di una tempesta.  L’iconografia del veliero, fortissima nel sentimento tragico romantico, chiara nel famoso quadro di Friedrich in cui la mancanza di elementi prospettici ci coglie in tutta la nostra fragilità, è allegoria di morte, intesa come cambiamento, passaggio.

  L’oggettività può essere lontana nella scrittura di un diario di bordo poiché il mondo che viviamo è influenzato in gran parte dalla nostra visione delle cose. Ogni immagine è filtrata dalla percezione. Siamo osservatori e attori di una situazione che potrebbe non esistere senza lo sguardo che indugia sulle ipotesi di realtà come un sole che alla marina orribilmente splende. E’ questo un verso della lirica ventottesima che richiama da vicino il principio d’indeterminazione di Heisenberg: ciò che osserviamo non è la natura in se stessa ma la natura esposta ai nostri metodi di indagine. Si eclissa il paradigma di bellezza e benessere per un sole splendente a favore di una realtà che potrebbe essere e non è, sostenuta dallo sguardo libero sul mondo e sul tempo. A volte basta un solo sguardo per accendere il cuore, illuminare il buio di una sera al fine di scorgere un sicuro approdo.

Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri
Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri

Albe e tramonti, inverni e primavere

si son rincorsi e son passati gli anni:

ci penso a volte in quelle strane sere

quando i ricordi affogano gli affanni.

Come un nocchiero colto da bufere

sogna la terra e lotta contro il vento

così sconvolto da giornate nere

pensarti mi conforta il cuore spento.


In calma apparente, che sembra essere il quid letterario dei versi dell’intera silloge, ecco sorgere improvvisamente l’accostamento di due lessemi consonanti: affogano gli affanni. I ricordi allontanano gli affanni ma affogandoli, fino a togliere il fiato, eppure è la portanza di quel ricordo il solo conforto. Trovo questo passaggio di grande efficacia fonosimbolica poiché giunge improvviso al termine della prima quartina per condurre il lettore all’estrema dolcezza del verso conclusivo. Versi endecasillabi, perlopiù in "a maiore", che saranno la trama di molte delle liriche di questo poemetto, insieme a serventesi duate, versi alessandrini e liberi, caratterizzato da eleganza formale, sobrietà e labor limae. Mi sovviene l’idea di un albero/sonetto al quale l’autore abbia potato alcuni rami, non necessari al suo benessere, affinché abbia luce. Operazione controcorrente, coraggiosa e fortemente poetica.

Ecco come la tradizione del verso innerva la personalità di un autore, restando fedele a se stessa con un linguaggio chiaro, senza eccessive astrazioni in cui niente è superfluo o dato per scontato.
Ricorre spesso alla figura della similitudine, il Nostro, con un simbolismo crudele:


Come un treno che sfida l'inclemenza

di nubi nere tra soffiar di venti

così da tempo affronto l'esistenza (…)

arreso alle durezze, all’impossibilità di sciogliere nodi di dolore nella ricerca della felicità, a testa bassa, avanzando come un treno il cui rumore assorda e stranisce fintanto che non sia passato.
La felicità equivale alla mancanza di dolore e alla tranquillità dello spirito? Mi pare, questa, una visione filosofica epicurea grazie alla quale è possibile staccare la propria mente da quel che fa male: corazzato (dice il poeta) a parole e sentimenti. Il gran segreto è sicuramente quello di conservare i ricordi belli, privati di ogni paura e con l’obiettivo fermo su una vita più facile a venire.

Mi chiedo quanto tempo occorra a una poesia, fattasi parte del corpo poetico dell’autore, per nascere, radicarsi, crescere ed essere?  Poesia, evento vitale unico e singolare, seppure simile a molte altre è sempre diversa. In questo sta la sua universalità, la forza della condivisione emozionale che eleva la testimonianza di cui è portatrice a spirito comune, meglio di comunione. Diceva Paolo VI: L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni. Testimoni del proprio tempo, capaci di scrivere della quotidianità attraverso il setaccio di un intimo afflato e, poiché il destino di un uomo è nel suo carattere, credo che Giovanni Aniello, attraverso la sua poesia scopra il suo essere uomo e poeta.


(…) A stento io raccatto nella memoria

vicende concluse in liete bravate:

allergico e sordo a vani richiami

inganno il tempo con dotte letture,

ma tu non ritrovi in queste chiusure

l'uomo che in mente da sempre ricami.

In quieta e consapevole solitudine il poeta attende l’altro in sé, quel bambino che cerca la poesia tra le cose semplici, libero dalle sovrastrutture del mondo così come lui ancora non riesce a fare del tutto. (…) M’accendo come i bimbi alla speranza/e mi sorprende un’ombra di futuro. Il corpo assume una posizione dominante e reagisce ai vani richiami mostrandosi allergico e sordo. Se mens sana sta in corpore sano, è necessario curare sia il corpo sia l’anima di cui l'arte è nutrimento e frutto. Ma se la poiesis è cibo per l’anima, è pur vero che non sazia come il pane e che nessuno essendone privato si ammalerebbe.  Proprietà della poesia è quella di liberarci dai nostri pensieri abituali e spingerci a vedere il mondo in modo diverso, a cogliere le sfumature ma anche a percepirne la cruda realtà:


Se ascolti dal cortile del vicino

versi di galli acuti e gutturali

che rimandano a un mondo contadino

li senti ostili e quasi innaturali:

vi cogli un vago senso di ferino,

di gesti e tempi eternamente uguali.(…)
Tutto ciò che è naturale, assume una nuova parvenza quando dure percezioni ci allontanano dall’immagine ideale in memoria. Perfino versi di galli, percepiti dal cortile del vicino, sembrano cambiare la loro natura e diventare ferini. Astenersi dal considerarli potrebbe essere di buon auspicio, tanto quanto staccarsi da una memoria che ci tiene legati a sé e che è condanna e salvezza al tempo stesso, contraddizione dell’uomo che tende al futuro mentre sente il distaccarsi delle cose, nel vuoto d’ogni giorno.
Ma il compito di un poeta e lasciare una poetica, fare in modo che negli anni a venire i lettori possano comprendere il vissuto.

In bilico sul bordo della strada

offerta ai naviganti della notte

porto il tuo viso impresso ovunque vada.

Per sfuggire alla fame e a eterne lotte

partisti da una povera contrada

col sogno di un futuro da modella

o di una vita appena più serena

e ti trovasti uno straccetto addosso,

un viso triste e la figura snella:

trascinata da un fiume d'auto in piena,

stasera, con i sogni, dentro un fosso.

Realtà dolorosa, vicina a tutti noi. La prostituzione giovanile è un mercato fiorente. Sono ragazzi e ragazze principalmente stranieri giunti in Italia con la promessa di una vita migliore.

Chiedesti - mi ricordo - nel soffio d’un sorriso

se anche un poeta soffre del vivere comune

le pene e gli abbandoni: tu lo credevi immune. (…)

Soffre un poeta, non basta certo una poesia a esorcizzare la morte. Con tale pensiero torniamo all’immagine del veliero in mezzo alla tempesta e a resti sbattuti sugli scogli, a detriti sulla riva, alle cose trovate, perdute da chissà chi e chissà dove. 
Anche gli amori idealizzati trovano posto tra le cose perdute. Non ci resta che resistere al conto degli anni, rinsaldando i ricordi, come fa un pero solitario:

Sopravvissuto al gelo dell’inverno

secco e rugoso quasi mi è fratello

il pero solitario del giardino

che stenta a rigemmare a primavera:

è stanco dello scorrere degli anni

ma ancora tende i rami verso il sole

fidando che il calore lo risvegli

ed allontani il tempo della resa.

o come un pino
Ho spezzato ogni ponte con il mondo:

mi lego a quest'amore inaridito

come vibrando teso sull'abisso

sta un pino abbarbicato sulla roccia.

Che immagine superba ed esplicativa, essendo il pino simbolo d’immortalità ed eternità! Pochi versi per svelare una meravigliosa simbologia: la tenacia dell’amore che sfida l’abisso, in equilibrio.
Quis legem des amantibus? Maior lex amor est sibi.
Chi mai può dar leggi agli amanti? L’amore è al di sopra di tutte le leggi (Boezio).
E’ acquistando questa libertà, a volte con amara ironia, che il Poeta diviene pero e pino, sintesi di se stesso.

 

Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri
Patrizia Stefanelli - Prefazione a DIARIO DI BORDO di Giovanni Aniello. Presentazione nella sala Cerimonie del Bar Morelli Minturno-Scauri
Commenta il post

Sul blog

Patrizia Stefanelli , vice presidente e direttore artistico dell'Associazione Culturale Teatarale Mimesis, propone autori contemporanei, articoli e argomentazioni su testi di prosa, poesia e teatro. Notizie sul Premio Nazionale Mimesis di poesia e sul Concorso Internazionale di poesia "Modernità in metrica".