Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

Patrizia Stefanelli , vice presidente e direttore artistico dell'Associazione Culturale Teatarale Mimesis, propone autori contemporanei, articoli e argomentazioni su testi di prosa, poesia e teatro. Notizie sul Premio Nazionale Mimesis di poesia e sul Concorso Internazionale di poesia "Modernità in metrica".

28 Feb

Patrizia Stefanelli: Lettura di “La mano maschile impugna il pennello” di Giorgio Linguaglossa

Pubblicato da Patrizia Stefanelli  - Tags:  #Letteratura, #Poesia, #Patrizia Stefanelli, #Roma, #Giorgio Linguaglossa

Presentazione del libro di Giorgio Linguaglossa
Presentazione del libro di Giorgio Linguaglossa

Presentazione del libro di Giorgio Linguaglossa

Patrizia Stefanelli: Lettura di “La mano maschile impugna il pennello” di Giorgio Linguaglossa

 

Ed eccomi a leggere qualcosa che mi porta piacevolmente per mano a superare i limiti della mia percezione. Cerco di non interpretare ma so già che è impossibile. L’autore ci avvisa, ci dice che è una poesia complessa e ci pone domande. Da subito la mia formazione di teatrante mi introduce alla favola del personaggio. Quale? Un nome soltanto ci dà per certo e non a caso : Posterius - ciò che viene dopo – dunque, ciò che non sappiamo; l’incerto.

Il testo comincia, nei versi che il Nostro, Giorgio Linguaglossa, ci porge con un punto di vista ben preciso. E’ forse il narratore che parla? Se così fosse potremmo trovarci di fronte ad un punto di vista con focalizzazione esterna. Egli dice: “il mio sguardo”. Quasi come l’occhio di una telecamera messa lì da Hitchcock sappiamo soltanto ciò che egli vede e descrive. Potrebbe essere un osservatore imparziale, non sa nulla dei personaggi che osserva e si limita a raccontare quel che vede e sente. I personaggi agiscono, parlano ma, come, in quale sequenza e intenzione, spetta al lettore/spettatore dirlo. Eppure una totale imparzialità è piuttosto improbabile. So, che nell’osservare, interagiamo sull’oggetto e che la realtà sarebbe diversa senza la presenza dell’osservatore e le condizioni in cui egli agisce. Potremmo allora, nell’incertezza, trovarci di fronte al suo contrario: al narratore interno. Se fosse lui il protagonista o testimone si spiegherebbe la nostra conoscenza limitata dei fatti che, in base ai suoi filtri e alla sua esperienza, ci presenta.

“È lei, di profilo. Dipinge un ritratto.

Autoritratto della pittrice con pappagallo.”

Autoritratto perché? C’è forse uno specchio che porta al pensiero di un duplicato, forse è da quello che chi parla vede il signor Posterius in anticamera o se stesso, quella stessa anticamera in cui si vive senza entrare appieno nella vita stessa. O forse, come possibilità, da quello stesso specchio colui che parla vede un ritratto iconico rappresentante la pittrice con pappagallo che ripete se stessa. Anche in questo caso, di testo che parla di se stesso, avremmo un’illusione di realtà. Ogni immagine riprodotta è filtrata dalla percezione.

Subito dopo, l’incertezza nella domanda: E’ lei? La mano che impugna il pennello è maschile. Potrebbe non essere lei. Potrebbe essere un alter ego, un doppio pirandelliano per cui il soggetto (essenza) cambia secondo le percezioni di esso (apparenza).Chi parla passa al “noi” . “Noi non vediamo…” Noi? Siamo spettatori? Osservatori probabilmente e contemporaneamente attori di una situazione che non potrebbe esistere senza questo nostro sguardo che indugia sulle presenze/apparenze.

(…)Il suo volto,

illuminato dall'ombra di un lampadario di cristalli

un attimo prima che si spenga insieme al buio

[non capisco da dove venga la luce]

( [il sole entra dalla finestra

ed esce dalla porta]. Se chi parla è nella posizione della porta allora osserva ciò che è in controluce, ne vede i contorni.)

Passaggio volutamente ambiguo o meglio polisemantico. Illuminato dall’ombra? Un attimo prima che si spenga insieme al buio. Chi o cosa si spegne? Il volto, l’ombra o il lampadario insieme al buio. In fondo, penso, tanta luce procura molta ombra. L’autore, preciso e astuto, per via di ossimoro sottolinea l’indeterminatezza del reale. Non che manchi la luce; ma, precisa il poeta: non capisco da dove venga. Rifletto sul pensiero filosofico-scientifico che cerca, da sempre, il senso delle cose. Si tende alla semplificazione dei fenomeni ma i concetti non sono necessariamente legati alla nostra logica. Riprendendo un enunciato di Heisenberg: « ciò che osserviamo non è la natura in se stessa ma la natura esposta ai nostri metodi di indagine ». Il principio di indeterminatezza. Abbiamo creato premesse, definizioni assumendole a paradigmi per la nostra logica. Spesso si procede per dogmi e dunque è facile cadere in errore, non comprendere quella che invece può essere una scoperta, uscendo fuori dai nostri canoni di misurazione. Il paradigma dunque, che diventa dogma, può indurci in errore. Nel testo, l’incertezza è anche temporale tra presente e passato. Ci troviamo al di sopra, dietro, davanti e dopo le cose, i fatti, gli accadimenti e mi sembra eccellente perché dopo Einstein e al momento, non c’è più né spazio né tempo ma “continuum tetradimensionale”. Lo spazio non è tridimensionale e il tempo non è un’entità in sé. Ci muoviamo tra flashback e anticipazioni. In fondo il testo poetico parte da un punto indefinito della storia. E’ tutto già accaduto o tutto può accadere.

Torno a Posterius (per me, quel che viene dopo) che entra di prepotenza ancora in punto di domanda. Il probabile visitatore per il quale si era tanto ben preparata chi è? Quel che viene dopo? L’aldilà, forse la morte o il nulla. Il signor Posterius sembra essere l’unica presenza certa, in scena o fuori scena che sia; e noi altri? Ospiti. Il limite, la separazione tra il reale e l’apparire, è impercepibile. I particolari dei gesti quotidiani e degli oggetti, come il bicchiere di liquido rosso, il portasigarette d’argento custodito nella tasca sinistra, sono il segno del nostro “esilio” nella vita, ma le uniche certezze. Ci sfugge l’essenza; ci concentriamo sul fare mentre ci sfugge l’essere. Ci condiziona il finito, il confine che andrebbe relativizzato e collegato a quello di altri concetti per nuove e ardite scoperte.

Con stima e ringraziamenti all’autore e al maestro Nazario Pardini per aver postato il testo e avermi permesso queste riflessioni le quali tuttavia, non sono in grado di dare risposte.

 

Patrizia Stefanelli

 

 

La sua mano maschile impugna un pennello

 

[...]

Da dietro lo stipite della porta il mio sguardo

indugia sul suo volto.

È lei, di profilo. Dipinge un ritratto.

Autoritratto della pittrice con pappagallo.

È lei? Il suo duplicato? Una controfigura

[nelle vesti della pittrice] che dipinge

il suo autoritratto? [«ma, sia detto per inciso,

in questo caso si tratterebbe di un falso»,

disse il Signor Posterius che indugiava in anticamera].

La mano maschile impugna un pennello.

Noi non vediamo la figura dipinta sulla tela,

il cavalletto è obliquo [il sole entra dalla finestra

ed esce dalla porta]

[Il Signor Posterius ha in mano un bicchiere

con del liquido rosso]

vediamo il retro della tela e il volto della pittrice

che osserva il visitatore. Il suo volto,

illuminato dall'ombra di un lampadario di cristalli

un attimo prima che si spenga insieme al buio

[non capisco da dove venga la luce]

esprime meraviglia, sorpresa, riserbo.

Il pappagallo verdeazzurro scricchia sull'asse.

"Ho violato la sfera intima del suo pudore",

pensai in un sopra pensiero.

Indossa un abito sfarzoso, un vistoso décolleté

con le spalline a sbalzo turchese sul seno sussiegoso

come prescriveva la moda del tempo.

Quindi, Lei era in attesa del suo visitatore.

[Il Signor Posterius?]

Si era preparata.

Anche il volto è particolarmente curato.

Le sopraciglia marcate e allungate da un trucco inquietante.

Il sorriso ammiccante tradisce

il retro pensiero di voler sedurre il convitato.

Il quale è comodamente seduto in poltrona

[è una mia congettura] Il Signor Posterius,

assiste alla scena [o è fuori di scena?].

[Forse l'ospite sono io].

Cerco inavvertitamente una sigaretta profumata

nel portasigarette d'argento

che tengo nella tasca a sinistra della giacca,

ulteriore termometro del mio esilio.

[Sto in anticamera]. Ma è più probabile che io sia in errore,

non c'è alcun segreto o esilio in tutto ciò.

Forse ciò che dico è soltanto una

mia congettura.

Una risibile, detestabile, irragionevole

congettura.

 

Giorgio Linguaglossa

 

Commenta il post

Sul blog

Patrizia Stefanelli , vice presidente e direttore artistico dell'Associazione Culturale Teatarale Mimesis, propone autori contemporanei, articoli e argomentazioni su testi di prosa, poesia e teatro. Notizie sul Premio Nazionale Mimesis di poesia e sul Concorso Internazionale di poesia "Modernità in metrica".